Cognac, Training #1

#raccontidallafrancia

Tra foie gras, escargots, vini di tutti i tipi e pastelle di ogni genere, in Francia potreste anche rischiare di ingrassare. Certo, sempre se non partite con il programma Erasmus+. Già dal secondo giorno abbiamo iniziato a smaltire tutto quello che avevamo mangiato e, secondo me, anche quello che ancora dobbiamo assaggiare.

Ci sono questi simpatici istruttori, una di danza africana (Guen) e l’altro di percussioni (Miguel), che ci dicono sorridenti che dobbiamo scegliere l’uno o l’altro gruppo. Scelgo la danza, penso “cosa sarà mai, ho ballato per un’estate intera”. Beh, mi sbagliavo! Abbiamo saltato, rotolato, fatto mosse di karate, mosso arti che neanche pensavo di avere, e tutto questo con l’istruttrice che ci diceva “è solo l’inizio, domani sarà peggio!”

Starete pensando che ho fatto male e che era meglio percussioni…vi sbagliate! Quelli dell’altro gruppo sono usciti con le mani distrutte e rosse come dei peperoni, sudati come se avessero corso una maratona e con le braccia distrutte.

Una cosa però è certa. Potevamo non capirci, spiegare dei passi di danza in inglese non è mica facile, ma quando partiva la musica parlavamo tutti la stessa lingua, quella del ritmo, e di ritmo la danza africana ne ha davvero tanto. Ti carica, ti da energia, ti fa sentire vivo. Se vi chiedete perché gli africani sono sempre sorridenti e disponibili vi ho appena dato una risposta!

Giulia Zappalà

Partecipante al Progetto Erasmus+ “After the violence, learn to reconcile …” a Cognac, in Francia

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