Essendo artisti

E se vi dicessi che la Francia non è solo Parigi? Se vi dicessi che ci sono città altrettanto belle e piene di storia?

Bordeaux è una città magica, ogni angolo ha la sua storia, ogni via il suo perché. È probabile che, mentre sei intento a guardare le luci e l’atmosfera della Garonne, ti giri e, stando attento a non essere investito dalla metro, vieni travolto dalla magnificenza della “place de la bourse”. Vai un po’ più avanti, non di molto, e stai con la testa in su’ pronto ad ammirare il “Monuments aux Girondins”. Svolta l’angolo e guarda a sinistra. No, non sei a Parigi di fronte al “Notre-Dame”, sei davanti alla cattedrale di “Saint’andré” e la “Tour Pey-Berland”. Sei stanco, lo so, ma sforzati solo un pochino e arriverai alla “Grosse Cloche”, una torre con una campana che se suonasse, posta a quell’altezza, distruggerebbe i timpani di chiunque per quanto è grande.

Insomma, ho elencato solo la metà delle cose che puoi vedere, ma io penso che tu sia già stanco di girare. Parliamo della gente. Esistono solo due tipi di persone a Bordeaux: quelli che camminano col naso all’in su e quelle che si guardano i piedi. È facile intuire che i primi sono i turisti, con le loro macchine fotografiche e le loro cartine in mano. I secondi camminano veloci, guardano il cellulare, sono distratti. Sono i locali, quelli che in mezzo ai monumenti ci sono cresciuti ma non ne sanno apprezzare la bellezza. Fortunatamente c’è una piccola percentuale di loro che sa riconoscere la vera arte, non per questo si chiamano artisti.

© Ph. Giulia Zappalà

Ho parlato con uno di loro, Clemént Beuselink, che della sua città ne ha fatto un lavoro. Fa questi piccoli tappi di sughero con su scritto “Bordeaux c’est gave bien”, un loro modo di dire che tradotto sarebbe “Bordeaux è maledettamente bella”. Lui lo sa, e lo sanno pure i suoi amici artisti di cui vende le opere sotto forma di calamite e cartoline. Lo sa soprattutto Anthony Gornley, che ha fatto una serie di sculture chiamate “Les hommes de bronze” (gli uomini di bronzo) che non sono altro che delle statue poste di fronte ai principali monumenti per richiamare l’attenzione della gente.

Mi sono messa a ridere, è letteralmente impossibile non accorgersi dei colossali monumenti a Bordeaux. Gli ho chiesto il perché lo avesse fatto e lui, con un sorriso a 36 denti, mi ha risposto «Non lo ha fatto per i turisti, lo ha fatto per i cittadini. Vivono da sempre qui e si sono scordati di quanto sia bella la loro città».

E, in fondo, questo pensiero non è tanto lontano dal nostro. Quindi, mi verrebbe di dire, che dovremmo essere un po’ tutti più artisti, perché prima di cercare la bellezza nelle altre città dovremmo imparare a riconoscerla nella nostra.

Giulia Zappalà

Partecipante al Progetto Erasmus+ “After the violence, learn to reconcile …” a Cognac, in Francia

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